Riscoperta e Innovazione del Trebbiano di Toscana
Il Trebbiano di Toscana, storicamente conosciuto per il suo ruolo di supporto nel rampicante del Sangiovese sulle colline fiorentine, è stato a lungo considerato un vitigno produttivo ma poco entusiasmante. Tuttavia, recenti sperimentazioni hanno iniziato a rivelarne le potenzialità nascoste, trasformando la percezione di questo umile vitigno.
Negli ultimi anni, figure di spicco come Elisabetta Foradori, nota per il suo approccio iconoclasta alla viticoltura, hanno investito energie nella valorizzazione del Trebbiano. Nel suo vigneto in Maremma, Foradori produce l’Impeleia Toscano Bianco, un blend che include il 90% di Trebbiano, arricchito dal 5% di Malvasia e Ansonica. Questo vino è caratterizzato da una fase di macerazione che dura tra i sette e i dieci giorni, conferendo al prodotto finale note terrose ed erbacee, oltre a un’acidità vivace che invita a una nuova valutazione del vitigno.
Un altro nome di rilievo nella rivoluzione del Trebbiano Toscano è Fonterenza, che ha ottenuto notevoli successi con un vino macerato con le bucce, esplorando ulteriori espressioni di questo vitigno tradizionalmente sottovalutato.
Nonostante le innovazioni, il Trebbiano ha mantenuto un ruolo di prestigio nella produzione del Vin Santo, un vino dolce in stile passito che vede il vitigno assemblato con la Malvasia. Per la produzione del Vin Santo, le uve vengono raccolte e lasciate essiccare su stuoie di paglia o nei caldi sottotetti delle cantine per concentrare gli zuccheri. Dopo circa quattro mesi, il succo concentrato viene estratto e posto in piccole botti, dette caratelli, dove avviene una lenta fermentazione insieme alle fecce delle vinificazioni precedenti, o “madri”. Questi vini maturano per almeno tre anni, anche se i migliori produttori tendono a prolungare l’invecchiamento.
Esempi eccellenti di Vin Santo, difficilmente reperibili ma molto apprezzati, includono quelli prodotti da aziende rinomate come Fontodi, Fèlsina, Isole e Olena, Castell’in Villa e Castello di Cacchiano. Questi rappresentano veri e propri tesori per gli appassionati, dimostrando come il Trebbiano di Toscana possa esprimersi in forme sorprendentemente diverse e affascinanti.
Con l’aumento dell’interesse per vini autentici e meno conosciuti, sia Foradori che Fonterenza continuano a lottare per riscrivere il destino del Trebbiano di Toscana, dimostrando che anche i vitigni più umili possono risplendere sotto una nuova luce.
Ansonica: Un Gioiello delle Isole Italiane
L’Ansonica è un varietà di uva bianca che si distingue per la sua naturale tannicità e un’affinità particolare per gli ambienti insulari. Originariamente coltivata in Sicilia, dove è meglio conosciuta come Inzolia e contribuisce alla produzione del Marsala, questa uva ha trovato un habitat ideale anche nelle isole dell’Elba e del Giglio, nel Mar Tirreno.
L’Ansonica è rinomata per il suo profilo aromatico intenso, che evoca la freschezza del mare e i vivaci agrumi tipici della Sicilia, elementi che potrebbero essere impressi nel suo DNA. Queste caratteristiche la rendono particolarmente affascinante e ricercata tra gli appassionati di vini distintivi.
Tra le produzioni più notevoli di questa varietà, spiccano quelle di Altura, situata sull’isola del Giglio, e di Cecilia, nell’isola d’Elba. Questi produttori hanno saputo interpretare l’Ansonica esaltandone le peculiari caratteristiche aromatiche e la complessità. Sorprendentemente, anche a Montalcino (famoso per il prestigioso e costoso Brunello) all’interno dello Toscana, l’Ansonica trova una sua espressione grazie all’operato di Francesca e Margherita Padovani della cantina Fonterenza, che producono un eccellente Toscano Bianco. Le uve utilizzate da Fonterenza sono coltivate seguendo metodi biologici lungo la costa toscana, evidenziando un impegno verso la sostenibilità e il rispetto del terroir.
L’Ansonica dimostra così la sua versatilità e il suo potenziale in diverse micro-zone climatiche, offrendo agli enologi l’opportunità di esplorare e sperimentare con questa intrigante varietà. La capacità dell’Ansonica di trasmettere l’essenza del suo ambiente naturale nei vini che produce la rende una scelta affascinante per chi cerca esperienze enologiche uniche e legate al territorio.